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Cosa sono e come funzionano le auto mild-hybrid

di Redazione - 28/08/2023

Testo di Cesare Cappa

Parlare di elettrificazione per le auto nuove è la regola. Ma non tutte le vetture sono uguali e i livelli di elettrificazione sono diversi. Tra questi la tecnologia mild-hybrid la potremmo definire come la meno elettrificata rispetto a quelle disponibili, come full-hybrid, plug-in hybrid e ovviamente elettrico.
Indubbiamente è quella i cui effetti sono meno percettibili nella guida, la più “semplice” da usare per chi si approccia per la prima volta all’universo della automobili elettrificate. Di fatto l’azione del motore elettrico non influisce sulla trazione del veicolo, che grava come di consueto sul motore termico.

Come è fatto

L’elemento protagonista quando si tratta di mild-hybrid è lo starter generator. Elemento che a seconda del marchio automobilistico potrebbe anche cambiare denominazione, ma che di fatto si traduce in un motore elettrico che funge sia da motorino d’avviamento che da alternatore. Queste le sue funzioni primarie, perché nel merito il suo compito è anche quello di fornire potenza e coppia extra al motore termico in determinate condizioni guida. In questo modo il propulsore a cilindri e pistoni è alleggerito del “carico” di lavoro, consuma meno ed emette meno emissioni nocive. Quindi lo starter generator assicura una sorta di boost all’unità termica in caso di necessità.

Non agisce sulle ruote

Come detto poc’anzi, non interviene direttamente sulle ruote, sebbene alcuni sistemi analoghi facciano diversamente, e si limita ad aiutare il motore principale. Può quindi trovarsi su vetture sia diesel che benzina, perché il tipo di alimentazione non fa la differenzia circa il suo funzionamento. Certamente, se vi fosse già capitato di relazionarvi con questo genere di tecnologia, avrete spesso sentito parlare di sistema a 12 volt oppure a 48 volt. Di fatto tale unità di misura indica la tensione elettrica della batteria, e le differenze non implicano cambiamenti nel modus operandi del sistema mild-hybrid.

Si perché questo genere di tecnologia ha una batteria dedicata, che non ha a che fare con quella dei servizi presente sull’auto. L’accumulatore del sistema mild-hybrid generalmente ha una capacità inferiore ad 1 kWh, proprio perché deve essere compatto e leggero nel suo complesso e non ha alcuna velleità di trazione (quindi non necessita di grandi quantità di energia elettrica). E il fatto di avere una capacità relativamente ridotta gli consente di caricarsi con una certa rapidità. Da sottolineare come la ricarica non avvenga mai da fonti esterne. La auto mild-hybrid non vanno attaccate alle colonnine. La batteria viene ricaricata utilizzando l’energia cinetica del veicolo attraverso la frenata rigenerativa. Lo starter generator (il motore elettrico di cui sopra) cattura l’energia durante le fasi di decelerazione per essere immagazzinata.

A chi fa comodo?

Fatta la doverosa premessa che la soluzione ottimale in ogni frangente oggi non esiste, indubbiamente l’esperienza mild-hybrid elide in toto qualsivoglia ansia d’autonomia. Ed essendo questo genere di vetture omologate come veicoli ibridi, possono godere di tutti i vantaggi che ne derivano, come l’accesso a zone a traffico limitato.

Non sono necessarie particolari doti di guida, dato che la ricarica avviene in frenata e l’impiego del motore elettrico è determinato da tutta una serie di parametri che non hanno alcun effetto su chi si trova al volante. E poi, nel caso non siate neppure avvezzi ai cambi automatici, questo genere di tecnologia è disponibile anche su vetture (ma sono poche e tendenzialmente citycar) provviste di trasmissioni manuali.

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